Intervento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in
occasione della celebrazione del "Giorno della Memoria"
Palazzo del Quirinale 24 gennaio 2008
Il capo dello Stato ha voluto dedicare
la cerimonia di quest'anno ai Giusti d'Italia, alla presenza di
centinaia di studenti.
Lasciate che mi rivolga, innanzitutto
alle ragazze e ai ragazzi, alla platea di giovani di varie regioni
d'Italia che è qui raccolta. Questi giovani, sotto la guida dei loro
insegnanti, anch'essi qui presenti, e grazie all'impegno del
Ministro della Pubblica Istruzione e dei suoi collaboratori, così
come grazie all'impegno di regioni e enti locali, hanno compiuto -
lo abbiamo sentito - attente e serie ricerche sui Giusti fra le
Nazioni e su tutti gli uomini e donne che nel loro territorio, negli
anni terribili delle persecuzioni antiebraiche, contribuirono, a
rischio della loro vita, a salvare degli ebrei, cui veniva data la
caccia per deportarli nei campi di sterminio nazisti.
Vi siete misurati, cari ragazzi, con un tema difficile e angoscioso,
ma questo impegno è stato importante per la vostra formazione come
cittadini della nostra Repubblica, della nostra Europa riunificata
nella pace. Bisogna ricordare gli atti di barbarie del nostro
passato per impedire nuove barbarie, per costruire un futuro - il
vostro futuro - che si ispiri a ideali di libertà e di fratellanza
fra i popoli.
E' nel ricordo di coloro che, in quegli anni bui, non si lasciarono
corrompere dalle ideologie di odio allora dominanti, che ho voluto
che venisse qui dato, nel Giorno della Memoria, quest'anno,
particolare rilievo all'epopea dei Giusti, di coloro che salvarono
anche le nostre coscienze, che furono i pionieri e primi costruttori
del mondo di pace in cui ci auguriamo che voi giovani possiate
trascorrere le vostre esistenze.
Nella vostra formazione storica e morale è bene che si affianchi
alla memoria di quell'immenso stuolo di ebrei di tutta Europa che
furono vittime della Shoah, anche il ricordo dei Giusti: di coloro,
e non furono pochi, che si sforzarono di salvare almeno alcuni tra
loro.
Questo 2008 è per noi un anno speciale, in quanto segna il
sessantesimo anniversario dell'entrata in vigore della Costituzione
della nostra Repubblica. E' peraltro anche l'anno in cui ricorrerà,
nel settembre prossimo, il settantesimo anniversario delle leggi
antiebraiche emanate dal regime fascista, che di fatto prepararono
l'Olocausto anche in Italia. Leggi che suscitarono orrore negli
Italiani rimasti consapevoli della tradizione umanista e
universalista della nostra civiltà, e del contributo che ad essa
avevano dato, attraverso i secoli, nonostante le persecuzioni, gli
Ebrei che vivevano nella nostra terra, ed erano stati partecipi di
alcuni dei momenti fondanti della nostra storia, dal Rinascimento al
Risorgimento, alle battaglie per l'unità d'Italia; quell'Italia di
cui, finalmente parificati nei diritti, essi si sentivano ed erano
cittadini, animati da forti sentimenti patriottici.
Noi non abbiamo dimenticato e non dimenticheremo mai la Shoah. Non
dimentichiamo gli orrori dell'antisemitismo, che è ancora presente
in alcune dottrine, e va contrastato qualunque forma assuma. Non
dimentichiamo e non dimenticheremo neppure i Giusti d'Italia, i cui
nomi sono stati ricordati in una benemerita ricerca, realizzata
grazie al lavoro infaticabile di studiosi che sono oggi qui
presenti, e pubblicata qualche anno fa in un volume con un messaggio
del mio predecessore, Carlo Azeglio Ciampi, e con la sua prefazione,
onorevole Fini, nella sua qualifica, all'epoca, di Ministro degli
Esteri.
Ai Giusti d'Italia hanno qui reso oggi omaggio, insieme con noi
tutti, anziani e giovani - e per questo li ringrazio - il Presidente
dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Avvocato Gattegna, e
l'Ambasciatore d'Israele Gideon Meir, a nome dello Stato che
rappresenta, e di quel Luogo della Memoria, lo Yad Vashem di
Gerusalemme, che vuole tener vivo per sempre, nella coscienza dei
popoli, accanto al ricordo straziante delle moltitudini di Ebrei che
furono vittime della Shoah, anche i nomi di quei Giusti fra le
Nazioni che si prodigarono per salvarli: a testimonianza del fatto
che l'ideale antico dell'Amore del Prossimo e dello Straniero che
vive tra noi, neppure allora era spento.
Anche a nome di voi giovani, che state formando le vostre coscienze
in un'Italia e in un'Europa dove oggi si vive in libertà, rinnovo
l'espressione della nostra riconoscenza a quei Giusti che tennero
vivi gli ideali di umanità a cui si sono ispirati quanti hanno
combattuto, in condizioni drammatiche, per dare vita a un'Italia
libera e democratica, e poi per costruire un'Europa di pace.
Sono, perciò, onorato e lieto di procedere ora alla consegna delle
medaglie d'oro al valor civile, che sono state concesse, dal
Ministro degli Interni, ad alcuni, tra i Giusti d'Italia, che sono
con noi. Vi ricordo che altre medaglie d'oro e medaglie dei Giusti
fra le Nazioni saranno consegnate, fra pochi giorni, a militari del
Corpo della Guardia di Finanza, qui rappresentato dal Comandante
Generale Cosimo D'Arrigo.
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